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Il complesso di Roccias Fenestre, situato a 250/300 metri a Sud di monte Roccere, risulta costituito da imponenti torrioni di micascisti-gneissiferi, di età permo-carbonifera, tra i quali si trovano frequentemente intercalati lenti e lettini di quarzo.

Sopra alcuni lastroni di notevoli dimensioni si può rilevare la presenza di numerose (su alcuni massi sono a centinaia) incisioni a forma di coppa aventi un diametro compreso tra i 3 e i 10 centimetri. Si ritiene che queste strutture non possano essere interpretate come naturali essenzialmente per due motivi : a) Le caratteristiche della roccia: le proprietà chimico-fisiche dei minerali che compongono la roccia (durezza e insolubilità) fa presupporre l’impossibilità per gli agenti atmosferici di modellare forme così regolari. b) La distribuzione: queste incisioni appaiono distribuite soltanto su alcuni massi mentre su altri non compaiono; inoltre si localizzano soltanto su rocce esposte a Sud-Est, mentre mancano sugli altri versanti della montagna ; nel caso si ammetta per queste strutture un’origine naturale, risulta piuttosto difficile spiegare la mancanza di coppelle su altri massi o in altre aree.

Le superfici sulle quali sono state eseguite queste incisioni coppelliformi appaiono piuttosto lisci e privi di asperità, mentre su altri massi presenti nell’area compaiono protuberanze e irregolarità dovute al diverso grado di durezza dei minerali che compongono la roccia ; questo fatto può essere interpretato in due modi : per l’esecuzione di tali opere furono scelte rocce già levigate oppure, ipotesi più attendibile, si provvide ad eliminare le protuberanze prima di effettuare le incisioni. Per quanto riguarda la tecnica di esecuzione, considerato che i micascisti-gneissiferi risultano essenzialmente costituiti da quarzo, plagioclasi, biotite e muscovite, con netta prevalenza dei primi due che hanno una durezza compresa tra 7 (quarzo) e 6-6,5 (plagioclasi), queste strutture coppelliformi possono essere state ottenute per abrasione con un movimento circolare utilizzando frammenti di quarzo (provenienti dalle numerose lenti presenti nella formazione rocciosa).
Questo fatto spiegherebbe tra l’altro la regolarità delle forme, non altrettanto facilmente ottenibile attraverso la percussione.
Geologo dr. Maurizio Benzi

Per il geologo risulta ovviamente impossibile attestare l’origine antropica delle coppelle partendo dalla modalità di esecuzione delle stesse, in quanto lo studioso di scienze della terra non è ovviamente esperto relativamente alle tecniche utilizzabili per la realizzazione di incisioni rupestri.

Ciò premesso è certamente difficile attribuire alle coppelle di Roccias Fenestre un’origine naturale per una serie di motivi riassunti nel seguito: - le incisioni appaiono su alcuni massi mentre sono assenti su altri, le cui caratteristiche litologiche, morfologiche e giaciturali appaiono del tutto analoghe; - le superfici sulle quali appaiono le coppelle sono normalmente scarsamente inclinate, per cui è poco favorito un ruscellamento di acque superficiali, che in ogni caso genererebbe fenomeni erosivi sviluppati in senso lineare o, in alternativa, una levigazione generalizzata delle superfici interessate; - le coppelle sono scavate in rocce compatte e consistenti (principalmente gneiss e micascisti gneissici), non facilmente erodibili e/o alterabili; - alcuni minerali costituenti le rocce citate come quarzo e plagioclasi sono caratterizzati da una durezza elevata (rispettivamente 7 e 6 circa), mentre biotite e muscovite mostrano una durezza inferiore (2.5 circa);

ciò nonostante non sono evidenti fenomeni di erosione differenziale fra le diverse forme mineralogiche; - non sembrano probabili fenomeni termoclastici, indotti da variazioni della temperatura fra il giorno e la notte, in quanto gli incavi non mostrano fenomeni di sfogliazione o fessurazioni di tipo squamoso; non è neppure ipotizzabile un fenomeno di “sfogliazione granulare” che riduce la roccia ad un sabbione minuto, in quanto il fenomeno dovrebbe essere esteso su porzioni di roccia più ampie; - le coppelle non sembrano essere in corrispondenza di aree fratturate, quindi in corrispondenza punti di debolezza dove il ghiaccio può produrre disgregazione fisica allargando microfessure preesistenti; - fenomeni di solubilizzazione sono decisamente improbabili sia a causa della litologia presente, sia a causa delle forme ad incavo prodotte; parimenti le coppelle non sono riconducibili ad altri fenomeni di alterazione chimica; - non è immaginabile un’azione di organismi; - la disposizione di alcuni gruppi di “coppelle”, vicine fra loro, sembrano formare figure geometriche o addirittura antropomorfe.

Poiché la formazione delle incisioni coppelliformi sembra non essere quindi spiegabile invocando un ben determinato processo naturale di degradazione ed alterazione della roccia, è ragionevole imputare il fenomeno ad un’attività antropica, le cui modalità di espressione sono compito di archeologi specializzati nello studio delle manifestazioni di arte rupestre.
Geologo dr. Piero Rossanigo

Oltre i Geologi Piero Rossanigo e Maurizio Benzi, hanno effettuato perizie geologiche con risultati uguali, i geologi: Angela Vitale e Piero Nosengo.